social

L'ora legale: una storia controversa destinata a finire?

L'intuizione di portare avanti le lancette fu di Benjamin Franklin. In Italia esiste dal 1916, ma fra due anni potrebbe estinguersi

Calcolatrice in una mano e cuscino nell'altra: quando arriva la primavera si ripresenta sempre l'annoso dilemma dell'ora legale. E' un vantaggio o uno svantaggio portare avanti di un'ora le lancette dell'orologio e avere più luce alla sera? La popolazione è divisa praticamente equamente fra chi è favorevole e chi, invece, combatte strenuamente contro questa prassi comune in quasi tutto il mondo. Ma c'è chi avrebbe deciso di abolire questa convenzione.

1. Benjamin Franklin

La prima teoria in merito all'ora legale risale addirittura al Settecento. L'americano Benjamin Franklin (l'inventore del parafulmine) capì che facendo adattare l'orario ai cambiamenti della luce, durante l'estate si sarebbe risparmiato molto in energia destinata all'illuminazione. Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d'America, pubblicò sul "Journal de Paris" alcune riflessioni nelle quali si poneva l'obiettivo di risparmiare sulla spesa in candele. Per la stravaganza delle proposte (come mettere un cannone in ogni via, che spari un colpo per svegliare gli abitanti), non trovarono seguito. Sostanzialmente Franklin non propose di spostare il tempo, bensì di obbligare, esercitando varie forme di pressione (tassazione delle persiane, razionamento candele, divieto di circolazione notturna, ed una sveglia rumorosa all'alba), a forzare la popolazione ad alzarsi ad orari più mattinieri.

2. Le successive proposte

La proposta di spingere la popolazione ad alzarsi prima, modificando il riferimento orario, origina da un lavoro dell'entomologo neozelandese George Vernon Hudson. Nel 1895, egli presentò un documento alla Società Filosofica di Wellington, proponendo uno spostamento in avanti degli orologi di due ore. L'idea venne ripresa pochi anni dopo, dal costruttore britannico William Willett, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni diede il via libera al "British Summer Time", che implicava lo spostamento delle lancette un'ora in avanti durante l'estate. Molti paesi imitarono il Regno Unito in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.

3. Vantaggi

Lo scopo dell'ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica. L'ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente 'sprecate' a causa delle abitudini di orario. Si consideri ad esempio una persona che dorma ogni giorno dalle 23 alle 7: d'estate il sole sorge ben prima delle 7, e quindi utilizzando l'ora legale è possibile sfruttare l'ora di luce dalle 6 alle 7 e ritardare di un'ora l'accensione della luce elettrica alla sera.

4. In Italia come misura di guerra

In Italia l'ora legale nacque come misura di guerra nel 1916, tramite il decreto legislativo luogotenenziale n. 631 del 25 maggio che andò a modificare il precedente Regio Decreto n. 490 del 10 agosto 1893 relativo al meccanismo di calcolo dell'ora in vigore nel paese, rimanendo in uso fino al 1920. Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della seconda guerra mondiale. In tale occasione si ebbe il periodo di massima durata dell'ora legale: dal 14 giugno 1940 al 2 novembre 1942. La creazione della Repubblica Sociale comportò per due anni la sfasatura dell'applicazione dell'ora legale fra il Nord e il Sud del paese. Durante l'occupazione jugoslava di Trieste l'esercito titino la vietò per allineare l'orario della città a quello del resto della Jugoslavia. L'ora legale venne adottata definitivamente con la legge 503 del 1965, in periodo di crisi energetica.

L'ora legale stabilita da tale legge, applicata per la prima volta nel 1966, durava quattro mesi, dall'ultima domenica di maggio all'ultima domenica di settembre; in quell'anno specifico restò in vigore dal 22 maggio al 24 settembre. Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1980 anticipando l'inizio alla prima domenica di aprile e poi dal 1981 all'ultima domenica di marzo. Un ulteriore prolungamento di un mese è stato introdotto nel 1996, insieme con il resto dell'Europa quando la fine fu spostata all'ultima domenica di ottobre. La legge n. 1144/1966 delegò al Presidente della Repubblica il compito di decidere annualmente inizio e fine dell'ora legale rispettivamente nel periodo 31 marzo-10 giugno e 20 settembre-31 ottobre. Nel 1980 il decreto-legge n. 270 modificò tali periodi anticipando il possibile inizio al 28 marzo. Due anni dopo si anticipò il potenziale periodo di avvio dell'ora legale al 15 marzo. Solo nel 2010 l'Italia con l'art. 22 della legge n. 96, recependo la direttiva 2000/84/CE del Parlamento europeo (direttiva a firma del presidente N. Fontaine), fissò l'inizio dell'ora legale alle ore 2:00 del mattino dell'ultima domenica di marzo e il termine alle 3:00 del mattino dell'ultima domenica di ottobre, pratica comunque già svolta in Italia fin dal 1996.

5. Uniformità europea dal 1996

Dal 1996 tutti i paesi dell'Unione europea - più la Svizzera e i paesi dell'est Europa - adottano lo stesso calendario per l'ora legale, nonostante le polemiche di alcuni stati membri. Fino all'ottobre 2011 anche la Russia era agganciata a questo sistema di cambio ora, poi è passata a sperimentare l'ora legale permanente, arrivando infine a ripristinare invece l'ora solare quale orario di riferimento per tutto l'anno (ora solare permanente). Il protocollo che regolamenta l'ora legale in Europa stabilisce che per i tre fusi orari Europei – 'Western European Time-WET' = UTC+0 per l'Europa occidentale (Regno Unito, Irlanda e Portogallo, etc.), 'Central European Time-CET' = UTC+1 per l'Europa centrale (quello a cui appartiene l'Italia insieme a Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Polonia, etc.), ed 'Eastern European Time-EET' = UTC+2 per l'Europa orientale (Grecia, Finlandia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lituania, Lettonia, Ucraina, Moldova, etc.) - il cambio dell'ora avvenga l'ultima domenica di marzo e l'ultima domenica di ottobre allo scoccare delle ore 1:00 UTC, cioè dalle ore 1:00/2:00/3:00 alle ore 2:00/3:00/4:00 in marzo, e viceversa in ottobre. Per i paesi che adottano il fuso orario dell'Europa centrale (CET, UTC+1), tra cui l'Italia, quando scattano le ore 2:00 antimeridiane dell'ultima domenica di marzo gli orologi vengono spostati avanti di un'ora (ora solare CET+1, UTC+2), quindi l'ora che incomincerebbe alle 2:00 e terminerebbe alle 3:00 viene soppressa. Nel passaggio inverso (che avviene l'ultima domenica di ottobre), quando scattano le ore 3:00 antimeridiane si riporta l'orologio indietro di un'ora (torna l'ora solare CET, UTC+1), cioè l'ora che incomincia alle 2:00 e termina alle 3:00 viene ripetuta due volte. Questi orari sono stati scelti perché sono quelli in cui la circolazione dei treni e degli altri mezzi pubblici è ridotta al minimo e quindi si minimizzano i disallineamenti rispetto agli orari giornalieri programmati. Si noti come l'ora legale scatti contemporaneamente in tutta l'Unione: se il cambio avviene dunque fra le 2 e le 3 nell'Europa centrale, avviene fra l'una e le 2 in Gran Bretagna e in Portogallo, e fra le 3 e le 4 in Grecia.

6. Fine dell’ora legale?

Pochi giorni fa il Parlamento europeo ha infatti approvato la risoluzione legislativa sull'abolizione dell'ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. Secondo la nuova norma, chi tra gli Stati europei deciderà di mantenere l'ora legale dovrebbe regolare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l'ora solare dovrebbero spostare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di ottobre 2021. Il testo approvato rappresenta la posizione del Parlamento europeo nei futuri negoziati con i ministri Ue per la formulazione definitiva della normativa.


Si parla di