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Province, la Regione vota sì al riordino: quasi mille dipendenti trasferiti

Molti i lavoratori che passeranno sotto l'ente regionale. In materia di turismo le funzioni delle Province andranno ai Comuni capoluogo, mentre oltre 400 dipendenti dei centri dell'impiego rimarranno a carico degli enti provinciali

Il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato a maggioranza la legge che trasferisce le funzioni delle Province. La norma ha ricevuto l'ok di 24 consiglieri del Pd, con 13 voti contrari e 2 astensioni da parte delle minoranze. Con l'entrata in vigore della legge verranno trasferiti alla Regione 977 dipendenti delle Province e la Giunta Rossi stilerà entro il 31 ottobre un elenco ulteriore, dalle 40 alle 70 unità, del personale delle Province destinato alle funzioni trasversali.

Il Consiglio ha accolto una serie di emendamenti, presentati dal capogruppo Pd Leonardo Marras, che toccano vari punti dell'articolato. C'è l'ampliamento di competenze della conferenza dei Comuni dell'ambito, che individua i servizi già presenti sul territorio di cui occorre garantire la continuità, oltre alle attività che sono svolte congiuntamente dall'ufficio del Comune capoluogo e gli uffici dei Comuni dell'ambito per il più efficace svolgimento della funzione sul territorio. È prevista inoltre la possibilità di integrare il personale da trasferire alla Regione anche estendendo la procedura alla generalità del personale delle Province e della Città metropolitana.

La Regione Toscana dunque cambia pelle, non più solo ente di legislazione e programmazione ma anche ente che gestirà direttamente molte funzioni e cambierà il suo rapporto con i cittadini. “Da gennaio sarà percepita in modo diverso” sottolinea convinto l'assessore alla presidenza e ai rapporti con gli enti locali, Vittorio Bugli.

DIPENDENTI. Quasi mille dipendenti passano dalle Province alla Regione: per l'esattezza 977 dipendenti, che potrebbero comunque rimanere a lavorare nelle stesse città dove oggi sono impiegati visto che lì saranno mantenuti uffici territoriali. Mille dipendenti che si aggiungeranno ai circa duemilasettecento, assemblea regionale compresa, in forza adesso all'ente.
Sono un quarto dei poco meno dei quattromila dipendenti che contavano le nove Province toscane e la Città metropolitana fiorentina: sono esclusi quanti andranno in pensione entro il 2016 e che resteranno alle Province fino al pensionamento. Saranno invece altri 75, se le Province daranno il nullaosta, gli addetti alle funzioni trasversali che si aggiungeranno ai 977 da qui alla fine del mese, con un atto stavolta di Giunta. Nel caso il primo bando non fosse sufficiente, ne sarà fatto un secondo: questo grazie ad un emendamento presentato durante la seduta. Il riordino riguarda anche il trasferimento delle funzioni di agricoltura dalle Unione dei Comuni alla Regione.

“Siamo stati la prima Regione a dotarsi di una legge di riordino per risolvere il nodo del riassorbimento delle funzioni e del personale delle Province - spiega l'assessore Bugli - e saremo probabilmente l'unica Regione a rispettare i termini entro il 31 ottobre: una risposta alla legge Del Rio, una scelta anche coraggiosa e per adesso unica, un modello a cui probabilmente si rifaranno altre Regioni molto più indietro nel percorso istituzionale”.

Crescono anche le funzioni in capo alla Regione, che a quelle fatte proprie nei mesi scorsi somma ora, per quanto riguarda l'ambiente, anche aree protette, referenti provinciali e responsabili delle sale dei centri operativi antincendio boschivo, rifiuti e bonifica dei siti inquinati.

POLIZIA PROVINCIALE. Per pagare gli stipendi dei 977 lavoratori in transito e in carico da gennaio alla Regione - oltre agli 89 che si aggiungeranno - ci sono a disposizione 41,3 milioni (22 che la Regione trasferiva alle Province e 18,8 di entrate extratributarie che entravano nelle casse della Province). Cinquecentomila saranno però utilizzati per incentivare le funzioni di controllo in capo al momento alla Polizia Provinciale. Il decreto-legge 78/2015 prevede il passaggio delle guardie provinciali ai Comuni per le funzioni di Polizia Municipale. “Ci siamo presi tempo fino al 20 novembre per capire meglio le esigenze delle Regioni e delle Province e per trovare soluzioni condivise”.

TURISMO E FORESTAZIONE. Per quanto riguarda invece il turismo, compresa la statistica ed esclusa la formazione degli operatori, gli attuali dipendenti delle Province saranno trasferiti ai Comuni capoluogo, ma sulla loro operatività decideranno le conferenze dei sindaci. Le funzioni di forestazione saranno invece
assegnate alle Unioni dei Comuni,
che già le esercitano sul proprio territorio. Sono nove, una per provincia (Firenze escluso): ovvero l'Unione dei Comuni del Pratomagno per Arezzo, l'Unione di Comuni Montana Colline Metallifere per Grosseto, l'Unione di Comuni Montana Colline Metallifere per la Livorno, l'Unione dei Comuni Media Valle del Serchio per Lucca, l'Unione di Comuni Montana Lunigiana per Massa Carrara, l'Unione Montana Alta Val di Cecina per Pisa, l'Unione dei Comuni della Val di Bisenzio per Prato, l'Unione di Comuni Montani Appennino Pistoiese per Pistoia e l'Unione dei Comuni della Val di Merse per Siena. Complessivamente potrebbero essere più di duecento gli ex dipendenti delle Province assegnati ai Comuni. Chi invece si occupava di sport resterà alle Province
ma sarà assegnato o alle funzioni fondamentali o alle politiche attive del lavoro in sostituzione del personale nel frattempo andato in pensione, oppure potrà essere trasferito a quei Comuni che lo vorranno.

CENTRI PER L'IMPIEGO. La legge parla anche dei centri per l'impiego. Per i 93 lavoratori a tempo determinato e i circa cinquecento che lavorano per le aziende che hanno in appalto i servizi è stato richiesto di garantire il rinnovo dei contratti per tutto il 2016. "In questo modo - ricorda Bugli - saremo in grado di
garantire continuità ai servizi e a chi ci lavora". I 416 lavoratori a tempo indeterminato rimarranno in carico alle Province. La normativa nazionale esclude la possibilità di un passaggio diretto alla Regione.


 


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