Politica

Inceneritore di Ospedaletto: "Buco da 8,7 milioni di euro negli ultimi 3 anni"

Il gruppo Ucic-Prc attacca la politica dell'amministrazione sui rifiuti e chiede che entro il 2020 la struttura venga chiusa

L'inceneritore di Ospedaletto ha provocato una perdita nel bilancio di Geofor, negli ultimi 3 anni, pari a 8,7 milioni di euro. Lo riferisce il gruppo consiliare di 'Una Città in Comune-Rifondazione Comunista': "Sono 3 milioni di euro nel 2013, 4,7 milioni di euro nel 2014 e quasi un milione nel 2015: un dato ufficiale clamoroso che emerge dalla risposta dell'assessore all'ambiente Salvatore Sanzo ad una nostra interrogazione delle scorse settimane. La favola per cui bruciare i rifiuti produce profitti si infrange di fronte alla chiarezza dei numeri".

Un flusso negativo che però non prevederà per il Comune cambi nella strategia di gestione: "Nonostante queste perdite - prosegue la lista - l'intenzione dell'amministrazione e di Geofor è di proseguire su questa strada, non sulla base di politiche di efficienza nello smaltimento dei rifiuti, ma per mere ragioni economiche e per garantire assetti societari della nuova Reti Ambiente. Infatti, anche in base a quanto previsto nel piano straordinario dell'ATO Costa Toscana, si vuole continuare a tenere in vita l'inceneritore di Ospedaletto nonostante la sua vetustà e le criticità ben note, almeno fino al 2020".

"In sostanza - attacca Ucic-Prc - a causa dell'enorme ritardo nell'attuazione della raccolta differenziata spinta (porta a porta) e di una incapacità nel programmare una nuova impiantistica che sia funzionale al riciclo, l'unica strategia che si sta perseguendo è quella di continuare a buttare soldi su un impianto vecchio, inefficiente e dannoso almeno per i prossimi 5 anni. A pagare queste spese, visto che con la Tari devono essere coperti tutti i costi di gestione del servizio, sono da un lato i cittadini e le cittadine che hanno visto aumentare notevolmente le tariffe, e dall'altro i lavoratori le lavoratrici impiegate nella raccolta dei rifiuti, ai quali non si garantisce un adeguato livello contrattuale in termini salariali e di diritti. Chi lavora al porta a porta ad oggi lavora quasi sempre in sub appalto e ha un contratto peggiore, perché si dice che non ci sono le risorse. Le risorse ci sarebbero se non andassero letteralmente in fumo nell'inceneritore!".

Servirebbe un'inversione netta di tendenza per i consiglieri Marco Ricci e Francesco Auletta: "Da parte nostra riteniamo che la strada di un revamping, ovvero di una ristrutturazione dell'impianto, che l'amministrazione Filippeschi da anni promuove sia profondamente sbagliata. La direzione verso cui andare è esattamente l'opposta: adozione della strategia 'rifiuti zero' e conseguente chiusura definitiva dell'inceneritore. Gli inceneritori, necessitando di continua alimentazione di rifiuti per il loro funzionamento, sono, infatti, il più forte disicentivo alla strategia rifiuti di zero".

La mossa politica: "Chiediamo quindi che sia inserita da subito, a cominciare dalla procedura di gara in corso per l'individuazione del socio privato di Reti Ambiente, la nuova società che gestirà i rifiuti dell'ATO Toscana Costa, la previsione di definitiva chiusura dell'impianto al massimo entro il 2020. Quattro anni sono più che sufficienti per preparare l'alternativa".

 


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