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'Maleducazione transiberiana': spettacolo alla Città del Teatro

Davide Carnevali, uno dei drammaturghi più interessanti nel panorama italiano ed europeo contemporaneo, indaga la psicopedagogia dell’infanzia e la sua relazione con il marketing chiamando in causa Bertolt Brecht, Walter Benjamin e Charles Fourier. E lo fa a suo modo, con ironia, per smascherare l’artificiosità della realtà.

Si parla delle favole, delle filastrocche, dei cartoni animati, non più nati da sfoghi di fantasia, ma da un calcolo artificioso che impone mode e gusti. Si tratta, in definitiva, di mettere in mostra – e, soprattutto, in ridicolo – i meccanismi di costruzione delle narrazioni e il modo in cui esse sono utilizzate per manipolare il comportamento del bambino, determinando il suo ruolo come produttore e consumatore nell’economia di mercato.

In teatro possiamo dunque, in un certo senso, restituire la realtà delle cose all’esperienza e salvarla dagli usi impropri del linguaggio. Il tutto, sempre con molta ironia. Facendo pensare, sì, ma anche facendo ridere. Perché tutti noi abbiamo fatto esperienza, nei nostri primi anni di scuola, che non c’è miglior stimolo alla riflessione che il divertimento.
 


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