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Conferenza dibattito 'Donne antifasciste'

Martedì 8 Marzo alle ore 17 si terrà la conferenza/dibattito 'Donne antifasciste'.

Interventi di:
Martina Guerrini (ricercatrice indipendente)
Marina Pardini, (sez. ANPI 'G. Lombardi' di Pietrasanta)
Carla Pochini (Casa della Donna di Pisa)
modera la professoressa Renata Quartuccio.

Iniziativa promossa in ricordo di Mirella Scriboni (1950-2017), insegnante, scrittrice e militante femminista e pacifista da: Biblioteca 'F. Serantini' Istituto di storia sociale, della Resistenza e dell’età contemporanea della Provincia di Pisa, Associazione Amici della Biblioteca 'F. Serantini', Associazione Casa delle Donna di Pisa, Sezione ANPI 'Gino Lombardi' di Pietrasanta, ANPI Comitato provinciale di Pisa.

L’iniziativa si terrà nel rispetto delle prescrizioni in vigore per il contenimento della pandemia Covid 19.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti (max 30 persone). Si consiglia la prenotazione associazione@bfs.it cell.: 3311179799; l’iniziativa sarà trasmessa in diretta sul canale Youtube.

Il tema

Secondo alcune stime le donne che hanno partecipato alla resistenza sono state settantamila, ma probabilmente sono molte di più. Tuttavia il loro ricordo è entrato solo recentemente nella storia ufficiale della Resistenza italiana. "Dopo la fine della guerra, direi a partire dal 1948, c’è stato una specie di silenzio generale sulla resistenza femminile", afferma la storica Simona Lunadei, autrice di molti testi sull’argomento tra cui Storia e memoria. Le lotte delle donne dalla liberazione agli anni 80. E spiega: "Questo perché si cercò di normalizzare il ruolo delle donne, che proprio durante la guerra avevano sperimentato un’emancipazione di fatto dai ruoli tradizionali". Tra le poche testimonianze il documentario sull’argomento di Liliana Cavani, Le donne nella resistenza del 1965, e il romanzo L’Agnese va a morire di Renata Viganò pubblicato nel 1949.

"A partire dagli anni sessanta, con le lotte per l’autodeterminazione femminile e i cambiamenti profondi in corso nella società, si cominciò a rivendicare un ruolo per le donne che affondasse anche nella storia della Repubblica e nella Resistenza". Nella maggior parte dei casi le partigiane hanno fatto le staffette: portavano cibo, armi, riviste, materiali di propaganda. Rischiavano la vita, torture e violenze sessuali. Ma non erano armate, quindi non si potevano difendere. Molte donne inoltre hanno avuto ruoli di protezione dei partigiani: li nascondevano, li curavano, portavano loro i viveri nei nascondigli, si preoccupavano della loro sopravvivenza. Altre, in numero minore, hanno partecipato direttamente alla lotta armata. Questo è il caso di Cristina Lenzini Ardimanni, nata a Pisa nel 1903, partigiana della formazione 'Bandelloni' che operava in Versilia, uccisa dai nazi-fascisti l’8 agosto 1944 durante uno scontro a fuoco nelle vicinanze di Farnocchia frazione del comune di Stazzema (LU).


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