Economia

Il Sindacato Nazionale Giornalai d'Italia sulla liberalizzazione dell'attivita di rivendita giornali e periodici

Presso le sedi della Camera del Lavoro di Pontedera e di Pisa, si sono svolte il 14 ed il 15 settembre due assemblee dei rivenditori di giornali di Pisa e provincia nelle quali si sono affrontate principalmente le questioni che hanno portato al commissariamento della struttura pisana del Si.na.g.i. e si sono svolte valutazioni in merito alla manovra finanziaria contenuta nel Decreto Legge del 13 agosto (da ieri diventata Legge dello Stato) che, nello specifico, prevede la LIBERALIZZAZIONE dell’attività di rivendita dei giornali quotidiani e periodici.

Dal dibattito sulla questione organizzativa è emersa la conferma che a suo tempo non è stato convocato il Congresso Provinciale (causa principale del commissariamento) e che, addirittura, coloro che ancora rappresentavano il Si.na.g.i. avrebbero proposto ai propri associati di sottoscrivere l’adesione a Confesercenti, adducendo varie motivazioni e rassicurandoli sulla continuità del loro rapporto con il Si.na.g.i., probabilmente confidando sulla buona fede degli iscritti e sulla fiducia riposta dagli stessi nei confronti dei dirigenti locali. Se ciò dovesse corrispondere a verità e premesso che l’adesione ad una organizzazione sindacale è personale, libera e volontaria, si resta increduli di fronte al fatto che dirigenti di una organizzazione promuovano l’adesione ad un’altra organizzazione, oltretutto realizzando una doppia iscrizione con relativa doppia contribuzione della quota associativa. Il Si.na.g.i. Provinciale di Pisa, ovviamente, svolgerà i necessari approfondimenti su questa vicenda e, nel frattempo, oltre a riprendere le normali relazioni sindacali con il mondo editoriale e distributivo a tutela dei propri iscritti si organizzerà sul territorio mettendo in atto tutto ciò che sarà necessario per riuscire a convocare il Congresso Straordinario entro la fine di novembre.

In merito alla LIBERALIZZAZIONE dell’attività di rivendita dei giornali quotidiani e periodici il Si.na.g.i. Provinciale di Pisa, ribadendo che questa attività non può essere assimilata ad una qualsiasi attività commerciale in quanto il rivenditore non ha facoltà di determinare il prezzo di vendita, essendo lo stesso imposto dall’editore, il margine di utile è stabilito dall’accordo nazionale ed è obbligato, per legge, a garantire la parità di trattamento a tutte le testate che gli giungono per la vendita, garantendo a tutti i cittadini il diritto ad informare e ad essere informati a mezzo della carta stampata. Quindi, liberalizzando la vendita della carta stampata, la parità di trattamento potrebbe saltare, con il “liberi tutti”, in quanto per il rivenditore “liberalizzato” questo vincolo sarebbe troppo di ostacolo e oneroso nello svolgimento della sua attività. Inoltre, i grandi editori, o gli stessi distributori, potrebbero avere una grande influenza sul mercato (anche aprendo in proprio nuovi punti vendita) e andando a ledere il pluralismo dell’informazione a mezzo carta stampata, con forte danno per i cittadini ed i piccoli editori. Il Si.na.g.i intende quindi avvalersi di una norma contenuta nel decreto appena approvato, che prevede, entro quattro mesi dall’approvazione della legge e attraverso l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio, la possibilità di essere esclusi dalle attività che saranno liberalizzate in quanto le edicole non sono da considerarsi come le altre attività economiche che si vogliono liberalizzare ma hanno un loro preciso compito per cui mantenere il regime autorizzatorio e programmatorio è funzionale a ragioni di interesse pubblico.