Economia

Aumento dell'Iva: commercianti penalizzati come le famiglie

Deve essere evidente a tutti, associazioni di consumatori e associazioni del mondo agricolo comprese, che l'aumento dell'1% dell'Iva produrrà inevitabilmente, non ora, ma fra pochi mesi, un piccolo scalino inflazionistico e contribuirà a ridurre ulteriormente la dinamica dei consumi delle famiglie e a deprimere il Pil. Detto questo, le proporzioni di questo aumento, non esagerato, come qualcuno ha interesse a far credere, non potranno comunque essere addebitate ai commercianti, che vivono sulla loro pelle, con estrema responsabilità, ormai da anni, la drastica riduzione dei consumi interni. Facendo chiarezza, il passaggio dal 20% al 21% dell'aliquota Iva non inciderà sulla spesa di alimentari e bevande, sanità e istruzione, mentre diverso è il discorso per tutti quei beni non alimentari ai quali si applicherà l'IVA al 21%. Secondo lo studio della CGIA di Mestre, 92 euro in più sarà l'esborso medio annuo di una famiglia con tre componenti. Di questi, 32 euro dipenderanno daaumenti di spesa per trasporti (carburanti, biglietti, acquisto mezzi...), 18 euro per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici,abbigliamento e calzature, 12 euro verranno spesi per in più per altri beni e servizi (effetti personali, servizi ai minori e agli anziani, assicurazioni, cura della persona), 6 euro per spese di comunicazione, 5 euro per giochi, cultura e tempo libero. Entrando nel dettaglio degli scaglioni di reddito, scopriamo che per un reddito di 15.000 euro si va da un aggravio annuo di 37,54 euro senza famigliari a carico ad uno di 60,64 euro con coniuge e 2 figli a carico; per i redditi di 30.000 euro le cifre passano da 58,27 a 77,84 euro, mentre per i redditi più alti, ovvero 55.000 euro si oscilla da un aumento di 99,75 euro per famiglie senza figli a carico fino ad un massimo di 123,21 per chi ha coniuge e due figli. Accantonando allarmismi e una facile demagogia, l'aumento dell'IVA non potrà comunque non avere effetti inflattivi generalizzati, visto i costi crescenti dei servizi e dei trasporti, entro una spirale viziosa tutt'altro che rassicurante, ma a pagarne il prezzo saranno, oltre le famiglie, proprio le piccole imprese commerciali.

Federico Pieragnoli
Direttore Confcommercio Pisa