Cronaca

Progetto caserme, c'è l'accordo: spazio a housing sociale e studentato

Il nuovo accordo di programma sostituisce quello sottoscritto nel 2007 tra Comune, Demanio e Ministero. I dettagli dell'operazione

Il distretto militare 'Curtatone e Montanara'. Sotto la Commissione Urbanistica del Comune

Approderà in Consiglio Comunale la prossima settimana il nuovo accordo di programma tra Ministero della Difesa, Comune di Pisa e Demanio relativo alle tre caserme statali Artale, Curtatone e Montanara e Bechi Luserna. La delibera è stata illustrata questa mattina, mercoledì 4 ottobre, in Commissione Urbanistica del Comune di Pisa dall'assessore Ylenia Zambito. Il nuovo accordo sostituisce integralmente quello sottoscritto nel 2007 e mai realizzato che prevedeva il passaggio di proprietà al Comune delle tre caserme a fronte della costruzione, a spese dello stesso, di una nuova grande caserma nell'area di Ospedaletto. Toccherà ora al Consiglio Comunale dare il via libera alla nuova intesa.

Il nuovo accordo di programma

Il nuovo accordo di programma lascia fuori, rispetto alla precedente intesa, la caserma Bechi Luserna in quanto "necessaria a soddisfare esigenze istituzionali'. "L'accordo - ha spiegato la Zambito - prevede che Demanio e Ministero effettuino la vendita, a prezzo calmierato, della caserma Artale e del distretto militare Curtatone e Monatanara ad un fondo che ha manifestato interesse, senza che avvenga quindi il trasferimento di questi beni al Comune. Da questa operazione il Comune avrà un doppio guadagno. Da una parte un ritorno economico, pari al 15% del prezzo di vendita degli immobili, dall'altro la valorizzazione di due aree pregiate in pieno centro città".

I soggetti interessati all'operazione sono due fondi pubblici/privati partecipati dalla Cassa Depositi e Prestiti, agenzia controllata dal Ministero dell'Economia, ed entrambi riconducibili al Fia (Fondo immobiliare per l'abitare). "Ministero e Demanio - ha proseguito l'assessore Zambito - si sono impegnati a completare la vendita entro il 31 dicembre 2017". I tempi sono quindi strettissimi ed è necessario che l'iter amministrativo proceda senza 'intoppi'. "L'approvazione del nuovo accordo da parte del Consiglio - ha detto la Zambito - darà mandato al sindaco di sottoscrivere la nuova intesa. A questo punto più si farà in fretta maggiore sarà il ritorno economico nelle casse comunali. Una volta sottoscritto il protocollo il Consiglio avrà infatti tempo 3 mesi per approvare l'atto di indirizzo: in questo casa avrà diritto al 15% della vendita. Se i tempi si dovessero invece allungare la percentuale che spetta al Comune sarà via via sempre più ridotta fino ad arrivare ad un minimo del 5%". Al momento è in corso la stima economica dei due immobili. Secondo gli uffici il Comune potrebbe incassare da questa operazione una cifra compresa tra i 2 e i 3 milioni di euro (pari al 15% della vendita).

L'atto di indirizzo servirà tra l'altro anche per regolamentare l'utilizzo degli spazi aperti, come ad esempio la grande piazza che verrà recuperata all'interno della caserma Artale che, come ha sottolineato la stessa Zambito, "è la seconda più grande in città dopo Piazza dei Miracoli". 

Il futuro delle due caserme

La caserma Artale ha una superficie di circa 17mila metri quadri. In questo caso il fondo interessato all'acquisto è il Fondo Erasmus. Per l'Artale si configura una valorizzazione attraverso la costruzione di appartamenti e alloggi per studenti. Sull'area ha mostrato interesse anche il Dsu che, una volta portata a termine l'operazione con la costruzione degli alloggi studenteschi, potrebbe poi chiedere di acquistare o gestire l'area. Per quanto riguarda il distretto militare Curtatone e Montanara l'area ha una superficie complessiva di circa 12mila metri quadri. Qui il fondo interessato all'acquisto è il Fondo Housing Toscano. In questo caso il progetto di valorizzazione prevede la costruzione di appartamenti di edilizia residenziale pubblica destinata alle fasce sociali più deboli ed in particolare alla cosiddetta 'fascia grigia' con prezzi di affitto e vendita più bassi rispetto a quelli del mercato, secondo il modello dell'housing sociale.


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