Cronaca

Internet Festival, i Cobas attaccano: "Lavoratori a 3 euro l'ora: è puro sfruttamento"

I Cobas Pubblico Impiego criticano la manifestazione che si apre giovedì nella città della Torre. "Internet Festival risulta essere l’ennesimo baraccone che accontenta una piccola galassia di clientele" affermano dal sindacato

Non sono tutte rose e fiori, ma anche critiche. L'Internet Festival di Pisa, come tutti i grandi eventi, apre i battenti (oggi alle ore 15) tra qualche polemica. Nel mirino gli alti costi per l'organizzazione dell'evento e lo sfruttamento di chi all'evento lavorerà per la sua buona riuscita.
"Questi quattro giorni non generano alcun beneficio per la città anzi hanno paralizzato il traffico cittadino - affermano i Cobas Pubblico Impiego - persino le stesse maestranze in loco ingaggiate per collaborare a vario titolo all’organizzazione sono sottopagate, qualcuno percepisce alla fine 3 euro all’ora, una condizione di mero sfruttamento".

"A questo punto è legittimo chiedersi: a chi giova questo immenso sperpero di denaro? Possono essere davvero quattro giorni di Internet Festival a rappresentare un passo in avanti nel rapporto tra enti pubblici, investitori privati e produzione culturale? - proseguono dal sindacato - i problemi della città universitaria rimangono senza soluzione, lo sfruttamento degli operatori culturali e dei ricercatori si consolida come prassi ordinaria, Internet Festival risulta essere l’ennesimo baraccone che accontenta una piccola galassia di clientele, una gigantesca torta su cui da tre anni ormai banchettano amici e sodali con la benedizione del sindaco e dell’amministrazione. Per queste ragioni siamo dalla parte dei lavoratori sottopagati, indispensabile è smantellare quel feticismo della Rete che porta a dimenticare i rapporti sociali e di lavoro insiti in questo spazio. Perché anche quando parliamo di social network, motori di ricerca, piattaforme di e-commerce, ci stiamo occupando di multinazionali che perseguono modelli di sviluppo che cozzano inevitabilmente con le libertà individuali, con i diritti, con l’idea di un progresso veramente accessibile a tutti. Lor signori, per raggiungere profitto, non guardano in faccia a nessuno facendo lavorare giovani e meno giovani a pochi euro al giorno in Italia e all’estero salvo poi parlarci di etica e morale. Da qual pulpito viene la predica?".

"Questo grande evento - aggiungono ancora dal Pubblico Impiego Cobas - si propone ogni anno di affrontare discussioni globali sulle tematiche della rete e del mondo digitale, e cerca di mettere in luce anche gli aspetti per così dire 'sociali' della rete, trattando di Internet come mezzo di democrazia e sottolineando gli
effetti che questo strumento ha sulla società. Ma si propone anche di percorrere strade ancora poco battute, ovvero il rapporto tra le risorse digitali e la produzione e fruizione culturale. Sarebbero sulla carta delle buone intenzioni, se non fosse per il fatto che quest'evento contribuisce a veicolare ulteriormente i messaggi che in questi anni stanno creando un’idea distorta della Rete e della stessa ricerca scientifica. L’Internet Festival è infatti una vetrina per aziende grandi\piccole, realtà che si muovono nel business digitale e hanno poco a che spartire con la ricerca scientifica o con il progresso culturale nel senso più ampio. In questa vetrina si consuma un occultamento della distinzione tra sviluppo scientifico e attività a scopo di lucro".
 


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