Cronaca

L'indagine rifiuti delle concerie alla Camera, il Ministro Cingolani: "Seguo il caso da vicino"

Su interrogazione del deputato Ziello il ministro ha relazionato su quanto emerso dagli accertamenti degli inquirenti, spiegando come è nata l'indagine e le aree del pisano al momento coinvolte

Nella seduta di mercoledì 21 aprile della Camera dei Deputati è stata promossa dal deputato della Lega Edoardo Ziello un'interrogazione a risposta immediata al Governo recante 'Iniziative di competenza in ordine alla situazione ambientale del territorio toscano, in particolare della provincia di Pisa, in relazione ad una recente inchiesta giudiziaria sul trattamento degli scarti derivanti dalla lavorazione delle pelli'. Ziello quindi ha introdotto il caso del "gravissimo scandalo giudiziario" con centro Santa Croce sull'Arno, ripercorrendo l'operazione dei Carabineri denominata 'Keu', keu che è il nome proprio della cenere dei fanghi smaltita, si ipotizza, in modo illecito, addirittura come materiale da costruzione. "Quali iniziative urgenti intende intraprendere per difendere il suolo, il sottosuolo, l'acqua, della città di Pisa e della Provincia?" è la domanda che Ziello ha rivolto al ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani.

"Stiamo parlando - ha riassunto il Ministro - di rifiuti derivanti dal trattamento di fanghi prodotti dalla lavorazione di pelli animali presso un impianto di produzione di materiali riciclati che, miscelati con altri inerti, li classificava come materiali per l'edilizia. Cosa che evidentemente non era. Anticipo che il generale Ferla (il comandante dei Carabinieri per la tutela ambientale ndr) mi ha comunicato all'alba della mattina dell'operazione i dettagli, abbiamo quindi avuto modo di seguire attentamente tutto lo sviluppo".

Poi il dettagliato resoconto di quanto riscontrato: "E' emerso dalle indagini in corso che si tratta di un materiale prodotto dalla ditta Lerose (sede a Pontedera ndr), una cenere di fanghi, il keu, che è stato utilizzato presso l'area di urbanizzazione denominata Green Park del Comune di Pontedera. Questi fatti sono stati accertati dall'Arpa Toscana che in varie occasioni ha provveduto ad informare l'Autorità Giudiziaria, stante le caratteristiche non adeguate di questi materiali ai fini di un utilizzo diretto di dispersione in ambiente. A seguito di questi accertamenti presso l'area Green Park è stato avviato un procedimento di bonifica per una parte di lottizzazione adibita a cantiere e si è attualmente in attesa della rimozione della fonte primaria di contaminazione e della messa in sicurezza di emergenza".

"Per quanto riguarda l'altra area sotto indagine, l'ex Vacis, l'Arpat di Pisa ha richiesto l'indagine ambientale che viene normalmente prevista nelle riqualificazioni di aree industriali. In questo caso i campionamenti relativi a riporti terreni ed acque sotterranee che sono state oggetto di monitoraggio trimestrale per un anno, sono risultati nei limiti. Tuttavia in sede di sopralluogo, in una zona ristretta dell'area in questione, è stato accertato l'utilizzo di un materiale riciclato che presentava, almeno a vista, le medesime caratteristiche già riscontrate presso il cantiere Green Park dell'impianto prodotto da Lerose. Pertanto sono stati disposti ulteriori accertamenti su questo materiale che tuttavia è risultato in generale conforme ai parametri. Dalle analisi è però emerso il superamento dei limiti per quanto riguarda l'antimonio e il cromo, la cui origine ovviamente è da stabilire". 

Ancora Cingolani: "L'Arpat ha svolto le indagini anche sul materiale utilizzato per la realizzazione della pista presso l'aeroporto di Pisa. E' emerso che il sottofondo era stato realizzato utilizzando, fra l'altro, il materiale della ditta Lerose contenente keu. All'esito di un campionamento in contraddittorio con Arpat nel novembre 2020 è emerso che il materiale riciclato in questo modo rappresentava una potenziale fonte di contaminazione". Su questi punti era intervenuto anche l'assessore all'ambiente di Pisa Filippo Bedini

"Per quanto riguarda il depuratore di Acquarno - ha esposto ancora il Ministro - si osserva che già nel maggio 2018 il Noe di Firenze era stato delegato dalla Dda di Firenze a compiere le indagini nell'ambito della gestione del comparto conciario toscano fra le province di Pisa e Firenze. Nel corso di questa indagine è stato accertato che ingenti quantitativi di rifiuti liquidi e fanghi industriali contaminati venivano convogliati nel sistema di depurazione del consorzio Acquarno ed allontanati sottoforma di fanghi di trattamento dal medesimo impianto senza alcun tracciamento di quantità, qualità e natura. Si stima che il materiale in tal modo conferito fuori dalle regole del settore ammontasse a circa 200mila tonnellate l'anno. Dalle indagini è inoltre emerso che la ditta Lerose mescolava il keu con altri rifiuti inerti, producendo materiali per l'edilizia e costruzioni, che consentiva di smaltire illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti in siti non idonei per i livelli presenti di contaminazione del cromo e degli altri inquinanti".

Il ministro ha concluso ricordando che le indagini sono ancora in corso, con quindi altre informazioni coperte da segreto istruttorio. "Vi assicuro - ha concluso - che seguirò l'evoluzione della vicenda con tutta l'attenzione che merita". Ziello si è poi detto soddisfatto della risposta, invitando Cingolani a recarsi a Santa Croce per "dare il segnale che lo Stato c'è e tutela gli imprenditori per bene, perché le concerie hanno subito un grave danno di immagine". Il deputato leghista ha anche attaccato i politici coinvolti: "Si è dimostrata l'ipocrisia di chi fa proclami di legalità e poi si è trovato coinvolto in una vicenda come questa". 


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