Cronaca

Codice del commercio regionale: regole più stringenti sulle sagre

Dovranno essere legate a prodotti tipici, più limiti a soggetti organizzatori, via libera ad associazioni senza scopo di lucro

Sagra della paella e sangria, Buti

Regole più stringenti per il commercio, anche in contrasto al fenomeno delle 'finte sagre'. Esprime soddisfazione Confesercenti Toscana Nord per il nuovo regolamento varato dalla Regione Toscana. "E' un'importante delibera - ha detto il giovernatore regionale Enrico Rossi - che chiude un ciclo iperliberista, quello della totale liberalizzazione delle licenze, contro cui, da Monti in poi, noi ci siamo opposti. Prevediamo interventi di regolazione consapevoli che in questo modo tuteliamo gli interessi prima di tutto dei consumatori, perché oltre un certo limite, la presenza della grande distribuzione ricade sul prodotto e quindi non calmiera più i prezzi. In secondo luogo, facciamo l'interesse della vivibilità della Toscana, dei suoi centri commerciali naturali che proviamo a difendere dando ai Comuni i pieni poteri per identificarli".

Massimo Rutinelli, vicepresidente area pisana di Confesercenti Toscana Nord, ha spiegato cosa è previsto per il settore della somministrazione di cibi e bevante: "In pratica quelle feste o sagre, la cui gestione è affidata a soggetti terzi che incassano parte dei proventi, non potranno durare più di dieci giorni; stesso limite anche per quelle feste che non hanno niente di locale, come ad esempio la sagra del cacciucco, per fare un esempio, a Volterra. Via libera invece per quelle iniziative organizzate da associazioni senza fine di lucro che investono l'incasso nelle attività associative".

In una nota la Regione Toscana ha precisato che "l'attività, che può essere esercitata previa presentazione di una Scia, non può essere affidata in gestione a soggetti diversi dagli organizzatori ed i proventi devono essere usati esclusivamente per fini statutari. Ad eccezione delle sagre, non può costituire la ragione esclusiva degli eventi temporanei e ciascuna manifestazione non può avere una durata superiore a dieci giorni consecutivi, limite questo che non riguarda iniziative a carattere politico, sindacale, sportivo, religioso o organizzate da associazioni di promozione sociale, associazioni pro-loco o soggetti scelti dal comune attraverso procedure di evidenza pubblica. Vengono inoltre definite le sagre, intese come manifestazioni finalizzate alla promozione delle tradizioni enogastronomiche regionali e dei prodotti alimentari tipici".

Resta da capire come sarà applicata la misura nel locale. "La situazione delle sagre - ha aggiunto Rutinelli - era sfuggita di mano ormai da anni. Basta infatti citare qualche numero per capire l'entità del fenomeno. In Toscana sarebbero addirittura 1500 gli eventi che complessivamente coprono oltre 7500 giornate nel corso di un anno solare, tutto questo per un giro di affari stimabile in almeno 30 milioni di euro. Oltre 4 solo nella provincia di Pisa. Era necessario porre dei limiti e prescrizioni per chi vuole organizzare eventi temporanei, da un tetto massimo di durata, appunto, all'obbligo di coinvolgere gli operatori in sede fissa o certificare la finalità dei proventi".

Per Confesercenti Toscana Nord, quindi, si tratta di un passo importante a tutela di ristoratori e pubblici esercizi. "E' innegabile - ha concluso Rutinelli - che il fenomeno diffuso dell'erogazione di pasti al di fuori del canale tradizionale della somministrazione rappresentato da ristoranti, bar, alberghi, trattorie sta producendo pesanti effetti negativi per i pubblici esercizi. La proliferazione eccessiva di sagre e feste provoca una distorsione delle regole di mercato ed un chiaro ed evidente fenomeno di concorrenza sleale perché i pubblici esercizi che somministrano pasti con regolare licenza devono sottostare ad una infinita serie di prescrizioni e di regole, da quelle igienico-sanitarie alla sicurezza, dalla prevenzione incendi alle norme sul lavoro dipendente e sulla formazione dei lavoratori, oltre che pagare tutte le imposte e le tasse. Con questo codice regionale si inizia finalmente a fare un po' di chiarezza".


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