Centrale a biomasse a Coltano, assemblea pubblica infuocata: "Quell'impianto non lo vogliamo"
L'iniziativa mercoledì sera al circo Arci, dove erano presenti anche il sindaco Filippeschi, l'assessore Zambito e il presidente del Parco Manfredi. Dibattito infuocato e toni accesi ma l'impianto si farà anche se probabilmente non in centro
La centrale a biomasse si farà e si farà molto probabilmente a Coltano. Questo nonostante le resistenze e le proteste dei residenti, fortemente contrari a ogni ipotesi di realizzazione dell'impianto. Le autorizzazioni, infatti, ci sono tutte. L'unica possibilità di bloccare il progetto è che dalle verifiche dell'iter amministrativo che ha portato alla concessione dei permessi emergano delle irregolarità. Se così non fosse l'unica strada percorribile è quella di cercare un accordo con il privato che vuole realizzare l'impianto, in modo da trovare una collocazione della centrale più adatta a quella prevista dall'attuale progetto.
E' quanto emerso ieri sera al circolo Arci di Coltano, dove si è svolta un'assemblea pubblica (la seconda dopo quella del 16 settembre scorso) organizzata dalla locale Pro Loco. Un'assemblea molto partecipata e dai toni accessi, a cui hanno preso parte anche il sindaco Marco Filippeschi, il presidente del Parco di San Rossore Fabrizio Manfredi e l’assessore Ylenia Zambito.
LA VICENDA. Durante il mese di agosto gli uffici del Comune hanno dato il via libera alle autorizzazioni, chieste a maggio dello scorso anno da un privato, per l’installazione di una centrale capace di ricavare energia elettrica dal cippato (scaglie e scarti di legno). Così come per il Comune le autorizzazioni sono arrivate anche da altri enti, tra cui Sovrintendenza, Provincia, il Parco di San Rossore, la Asl, i Vigili del Fuoco, e il Collegio per il paesaggio. Questo senza però che i rispettivi enti, a livello 'politico' e dirigenziale, fossero a conoscenza del progetto e senza che i residenti, che minacciano ora di fare ricorso al Tar, fossero informati di quanto stesse accadendo.
La centrale, che verrebbe realizzata nel centro di Coltano a pochi passi da Villa Medicea, sarebbe attiva per 24 ore su 24 e produrrebbe energia per 0,99 megawatt. I materiali utilizzati dall'impianto dovranno provenire per l'80% dalla Tenuta del Parco.
L'ASSEMBLEA. "Si tratta di un progetto che è stato approvato con i gravi limiti che sappiamo - ammette Filippeschi - senza cioè che ci fosse un vaglio politico e senza trasparenza nei confronti dei cittadini. Io personalmente vi posso assicurare che non ero a conoscenza della vicenda". Una posizione espressa anche dal presidente del Parco Manfredi. "Se qualcuno pensa - aggiunge Manfredi - che in tutta questa vicenda ci sia malafede si sbaglia di grosso. La vicenda è stata seguita dagli uffici tecnici e se hanno concesso le autorizzazioni significa che il progetto è in regola con le disposizioni previste dalla Legge".
Il bersaglio principale dei presenti è però l'assessore Zambito, ritenuta da molti "inadeguata al ruolo che ricopre". "Capisco i vostri timori - esordisce l'assessore - ma questo tipo di centrali non rappresentano un grosso rischio per la salute dei cittadini, tant'è che la stessa Regione ne parla come di un'opportunità". A questo punto gli animi dei presenti si surriscaldano. "Noi la centrale non la vogliamo nè in centro nè da altre parti, fatela sotto casa vostra!". "Com'è possibile - si chiedono in molti - che nessuno di voi sapesse niente?". "Non ne sapevamo niente", risponde la Zambito, che poi si corregge: "Io ero a conoscenza del progetto ma non ho avvertito il sindaco perchè ritenevo poco probabile che venisse realizzato. Ho seguito la pratica fino a che non c'è stato il diniego. Poi evidentemente è ripartita senza che fossi avvertita".
I TIMORI DEI RESIDENTI. I residenti lamentano la mancanza di trasparenza di tutta la vicenda e parlano di una "decisione presa sopra la nostra testa". Nonostante l'impianto, da un punto di vista legale, risulti conforme alle disposizioni previste dalla legge, sono infatti in molti a temere rischi per la propria salute. I residenti temono anche l'inquinamento derivante dal numero di camion che transiterebbero in zona per trasportare il materiale.
Infine sono molti a chiedersi come mai l'iter per la concessione dei permessi sia stato così 'veloce' (in tutto è durato 14 mesi, ndr). "Conosciamo bene i tempi della burocrazia - spiegano - ma dovete spiegarci perchè quando siamo noi a chiedere i permessi per gli impianti agricoli passano come minimo 5-6 anni prima che ci venga data l'autorizzazione, visto che il Parco è un'area sensibile. Invece se si tratta di costruire una centrale a biomasse bastano pochi mesi".