Cronaca

Aperture bar, locali e ristoranti, il Comune fa chiarezza: "Nessun potere decisionale"

L'amministrazione comunale di Pisa ha diffuso un comunicato stampa in cui illustra le modalità per dare inizio ad una nuova attività di somministrazione di alimenti e bevande. "Non potremo mai discriminare in base alla nazionalità di chi apre l'attività" dice l'assessore Gay

Per aprire una rivendita di kebab ma anche una pizzeria da asporto, una panineria o, comunque, un’attività che prevede la somministrazione di alimenti e bevande, a Pisa come nel resto d’Italia e d’Europa, basta sostanzialmente un’autodichiarazione dell’imprenditore agli uffici comunali del centro in cui si vuol aprire l’attività, che contenga le informazioni sulla destinazione d’uso, necessariamente o commerciale o artigianale, del fondo in cui troverà spazio l’attività e dichiari il rispetto della normativa in materia d’igiene e il possesso delle qualifiche professionali previste. Chiarisce le norme per l'apertura di bar, locali e ristoranti l'amministrazione comunale di Pisa, sottolineando come il suo raggio d'azione sia limitato dalle normative.

Consegnata tutta la documentazione infatti, l’imprenditore può iniziare la sua attività mentre l’amministrazione comunale effettuerà delle verifiche a campione per accertare la veridicità di quanto dichiarato. Se, però, non vengono riscontrate irregolarità, il Comune non può in alcun modo opporsi all’apertura di qualunque attività di somministrazione di alimenti e bevande: il percorso avviato con le liberalizzazioni del 2006 e ulteriormente rafforzate a livello europeo dalla direttiva Bolkenstein e sul piano nazionale dal cosiddetto 'decreto del fare' del governo Monti, infatti, alla luce anche dei pareri univoci dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, non consente ai Comuni di fissare limiti numerici o qualitativi in base ai quali determinare quanti e quali bar e ristoranti possono essere aperti sul territorio.

"D’altra parte - spiega l’assessore al Commercio David Gay - stiamo cercando di riqualificare il centro storico attraverso piani del colore e dell’arredo urbano e incentivando la fruizione dei servizi attraverso pedonalizzazioni e la creazione di spazi favorevoli al commercio, ma non potremo mai discriminare in base alla nazionalità di chi apre l’attività".


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