Cronaca

Sciopero allo stabilimento Piaggio di Pontedera: "Maggiori investimenti per la sicurezza dei lavoratori"

L'agitazione, in programma il prossimo 20 ottobre, è stata proclamata da Rsu Usb Piaggio

Lavoratori Piaggio in protesta (foto d'archivio)

Uno sciopero di 2 ore a fine turno per lo stabilimento Piaggio di Pontedera il prossimo 20 ottobre. Lo hanno proclamato da Rsu Usb Piaggio per accendere i riflettori sulle carenze e l'importanza della sicurezza dei lavoratori.

"Rivendichiamo maggiori investimenti per mettere in sicurezza i lavoratori e le lavoratrici sul piano delle condizioni lavorative, su quello dell’ambiente e degli spazi comuni - sottolineano da Rsu Usb - pretendiamo che il datore di lavoro si faccia carico di mettere in campo una serie di misure per tutelare i lavoratori e le lavoratrici come ad esempio: l'aggiornamento della valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza; la programmazione delle misure preventive in funzione delle specificità aziendali e dell’ambiente di lavoro; l'eliminazione dei rischi o, ove non possibile, la loro riduzione al minimo; il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione; la sostituzione di ciò che è pericoloso;
la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio; la programmazione delle misure necessarie per garantire il miglioramento dei livelli di sicurezza".

"La sicurezza deve essere al primo posto: dobbiamo opporci alla ricerca del massimo profitto che determina la strage di infortuni e omicidi sul lavoro.
Nel 2023 i morti sul lavoro in Italia sono già oltre 900, come USB e Rete Iside stiamo portando avanti la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare ‘introduzione del reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro nel codice penale’ - proseguono - un elemento che può essere un deterrente in questo paese dove la cultura imprenditoriale vede nelle misure a tutela di salute e sicurezza esclusivamente un costo da ridurre per aumentare i profitti. L’introduzione di pene certe per non trovarsi più a dover assistere ad altri omicidi sul lavoro e soprattutto a non dover assistere come nel caso della morte di Luana D'Orazio a sentenze ingiuste e alla mercificazione della vita di una lavoratrice dimostrando che nel nostro paese non c’è la stessa giustizia dinanzi alla legge tra padroni e lavoratori".


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